I flavanoli sono una miscela di particolari sostanze attive contenute nel cacao, nel thè e nell’uva, che hanno evidenti proprietà antiossidanti; per questo è stato ipotizzato che possano avere un ruolo importante nel contrastare alcuni aspetti del declino cognitivo dovuto alla senilità.
A questo proposito, alcuni ricercatori hanno pubblicato i risultati di uno studio progettato per dimostrare che il consumo regolare di una bevanda contenente una miscela di flavanoli del cacao potesse avere effetti positivi sulla disfunzione cognitiva legata all’avanzamento dell’età.
Hanno quindi portato a termine un trial randomizzato controllato in doppio cieco (RCT) in cui sono stati arruolati 90 soggetti sani, di età compresa tra 61 e 85 anni, in buone condizioni di salute in relazione all’età. Suddivisi in tre gruppi, i partecipanti hanno consumato ogni giorno, per otto settimane, una bevanda a base di polvere di cacao, con concentrazioni crescenti di flavanoli: 48 mg, 520 mg, 993 mg. Le bevande sono state ideate per avere lo stesso contenuto calorico, di macronutrienti e con lo stesso sapore. La funzione cognitiva è stata valutata all’inizio del trial e dopo le 8 settimane di trattamento. I volontari infine hanno seguito un regime alimentare standardizzato in cui l’assunzione globale di flavanoli dalla dieta fosse di circa 200mg/die, che poi è il consumo medio rilevato dalla popolazione italiana.
I risultati ottenuti hanno messo in luce che il consumo regolare delle bevande a maggior contenuto di flavanoli ha inciso più favorevolmente sul profilo glucidico, sulla sensibilità all’insulina e sulla pressione sistolica, fattori considerati importanti nel modulare le funzioni cognitive. In particolare la riduzione dell’insulino-resistenza è risultata responsabile del 17% circa dell’effetto complessivo. E’ inoltre emerso che la regolarità e la continuità dell’assunzione di flavanoli sono i fattori che maggiormente condizionano l’effetto di miglioramento cognitivo.
E’ comunque necessario tener presente che per ottenere gli stessi risultati dello studio, l’assunzione di cioccolato fondente dovrebbe essere molto elevata (in media circa 50g/die) e bisogna inoltre considerare che da parte dei produttori non vi è obbligo di specificare in etichetta le quantità di questi principi bioattivi, quindi il consumatore non è in grado di quantificarne l’esatto contenuto.
Per quanto riguarda i derivati del cacao, è preferibile consumare il cioccolato fondente (min 85%) poiché contiene livelli di flavanoli notevolmente più elevati rispetto al cioccolato al latte o al cioccolato bianco che, peraltro, ne è totalmente privo.
In definitiva è possibile ipotizzare che l’inclusione nella dieta di una serie di alimenti ad alto contenuto di flavanoli rappresenti una valida strategia complementare per la protezione della salute cognitiva legata al processo di invecchiamento.